IL DILEMMA DELLA GIUSTA IMPOSTAZIONE
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Quello che ci “stressa” di più è non riuscire ad avere il cavallo impostato come vorremmo. L’immagine (o quella che si crede sia l’immagine) non corrisponde a quella che avevamo in testa.
Per riuscire a far corrispondere questa “immagine” si ricorre poi a diverse strategie. La prima cosa che ci viene in mente è quella di intervenire con le mani, in qualche modo.
Dato che quello che vediamo è davanti a noi e che il “davanti” è collegato alle mani (bocca del cavallo - redini) la soluzione deve essere lì. Poi arrivano richieste come: “Cosa devo fare esattamente con le mani?”, “Devo aprirle?” “Devo tirare?” “Devo giocare?” “Devo girare i polsi?” “Devo alzarle?” ecc.
Si va quasi nel panico quando il cavallo procede con il collo dritto e la testa alta. Come se succedesse qualcosa se “ci vedono così”…
Allora…
1. Non succede nulla se il cavallo procede libero per qualche tempo. Anzi. A inizio lavoro farebbe bene non impostare troppo il cavallo con l’assetto.
2. L’assetto! Appunto! Non le mani.
Tutto quello che succede davanti a noi (che tra l’altro è molto poco rispetto a quello che succede nel complesso) è un riflesso di quello che avviene “dietro”.
Quando si impara a fare meno con le mani (lo stretto necessario), si inizia ad usare il corpo. Si iniziano a capire i meccanismi: come reagisce il cavallo ai miei interventi (peso e gamba); quando e quanto devo intervenire; come devo muovermi e cosa devo fare per essere capito.
Spesso accade che cavalieri molto esperti, che montano da anni con discreto successo, si ritrovino completamente spiazzati e debbano ricominciare “da capo”. Frustrante! Però è l’unico modo per capire davvero le cose, per poter arrivare ad una comunicazione più fine e per poter costruire un binomio basato sulla fiducia e sul rispetto reciproco.
Solo con le mani “legate” si può andare oltre. Anche gli occhi devono “pensare” meno. Bisogna concentrarsi di più sulle sensazioni. Sul movimento. Sul ritmo. Meno su quello che ci sembra giusto esteticamente.
Ecco la cosa più importante: per fare una frittata bisogna rompere qualche uovo.
Se si ha paura di romperle queste uova, se non si osa e non si vuole mai sbagliare, non si può sapere cosa accadrebbe se…
Bisogna mettere in crisi la situazione per andare oltre. Non temere il confronto, temere il fatto di essere momentaneamente scomposti o fare qualcosa di diverso da quello che pensiamo sia l’ideale.
Solo sconvolgendo la routine si può scoprire se dietro c’è dell’altro. Se c’è del potenziale nascosto. Di solito c’è!
Il cavallo funziona in un certo modo. Poi chiaramente c’è il carattere e ci sono tempistiche diverse per ognuno di essi… ovvio! Però le cose di base sono sempre quelle.
Lo scopo qual’è? Io credo che sia quello di arrivare ad una comunicazione semplice, che permetta al binomio di fare le cose in sintonia e con piacere.
Con la giusta preparazione (di cavallo e CAVALIERE) tutto (o quasi) diventa naturale e semplice.
Se ti va di scoprire quali sono i punti essenziali di questo “meccanismo” cavallo-cavaliere e qual’è la soluzione ai tanti dubbi che ci accompagnano e ci tormentano, “Il cavaliere illuminato” è il libro che fa per te.
Tratta in modo diretto e comprensibile i temi più ricorrenti della quotidianità equestre, come:
- Come far avanzare correttamente il cavallo;
- Qual’è la posizione corretta in sella;
- Cosa devono fare le mani;
- Come migliorare l’equilibrio in sella,
- Cosa non fare per “sistemare” il cavallo,
- Che cosa sono le mezze fermate e come usarle,
- Qual’è il “lavoro giusto” da fare,
- Come evitare di annoiare il cavallo,
- Come rendere davvero efficace l’assetto,
- Come trattare cavalli con diversi caratteri,
- Il segreto di una buona transizione,
- Come mettere in equilibrio il cavallo,
- Come fare distendere il cavallo (e quando),
- Come si fa a stare seduti (soprattutto al trotto),
- Come “legare” le mani e come usarle correttamente,
- Come affrontare una sconfitta o un “momento no”,
- Come porsi degli obiettivi,
- Accettare l’errore e la difficoltà come occasione per crescere!
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Un feedback mi farebbe molto piacere
Con poco si potrebbe fare tanto, se solo si mettesse il FOCUS sulle cose DAVVERO IMPORTANTI.
Un abbraccio,
Daniela
ACS