QUALE FLESSIONE USARE, QUANDO?

QUALE FLESSIONE USARE, QUANDO?

Avevamo già parlato dell’argomento “flessione” qualche tempo fa, sempre qui su FB.

L’altro giorno ho pubblicato una storia su IG (@acs_blogequestre) in cui c’erano rappresentate 3 situazioni. L’immagine era quella del post di oggi.

Le situazioni:

1. ASSENZA DI FLESSIONE

2. FLESSIONE SOLO DAVANTI (NUCA)

3. FLESSIONE COMPLETA/LONGITUDINALE (DALLA NUCA ALL’ATTACCATURA DELLA CODA)

Analizziamo le diverse situazioni!

Prima di tutto, c’è da specificare, che il cavallo è (o dovrebbe essere) DRITTO in tutte e tre le situazioni perché “cavallo dritto” significa, nel linguaggio equestre, che è in asse e quindi che i posteriori vanno a finire nella scia dei rispettivi anteriori.

Questo accade su linee dritte quanto su linee curve, quindi sia quando c’è flessione che quando non c’è.

>>> La situazione della prima immagine (assenza di flessione) si ha quando:

IL CAVALLO SI TROVA SU LINEE DRITTE (lato lungo e corto, diagonali, cambiamenti longitudinali e trasversali e, per esempio, in passeggiata) AL PASSO E AL TROTTO. Inoltre, non c’è flessione quando il cavallo è fermo (alt) e quando indietreggia (passi indietro) o in PIAFFE/PASSAGE.

>>> La seconda situazione (flessione a livello della nuca) si ha quando:

IL CAVALLO SI TROVA SU LINEE DRITTE (come quelle di prima) AL GALOPPO. Il cavallo, in questo caso, è flesso dal lato su cui si galoppo. Es.: Galoppo sinistro, flessione sinistra (e viceversa).

Il secondo caso vale anche per le CESSIONI ALLA GAMBA e per il 1/2 GIRO SULL’ANTERIORE. Per questo, questi due esercizi rientrano tra i più facili e si affrontano già presto (primi anni di addestramento), per migliorare la reattività del cavallo agli aiuti unilaterali e preparare i futuri spostamenti laterali/su due piste.

Dalla spalla in dentro (o dalla sua preparazione) in poi c’è bisogno di una flessione longitudinale.

>>> La terza situazione (flessione completa/longitudinale) si ha quando:

IL CAVALLO SI TROVA SU LINEE CURVE (circoli, volte, serpentine ecc) + DURANTE L’ESECUZIONE DI TUTTI GLI ESERCIZI SU DUE PISTE O LATERALI (tranne quelli menzionati in precedenza).

Nei primi due anni di addestramento, tra l’altro, il cavallo non è pronto e in grado di flettersi longitudinalmente. Chiaramente circoli e volte ampie si richiedono lo stesso, ma la vera flessibilità e la necessaria scioltezza si ha solo dopo diverso tempo.

Attenzione! Nulla può essere forzato. Il cavallo non va mai piagato meccanicamente. Ogni forzatura, invece di portare benefici, porta a gravi scompensi e false credenze. La flessione longitudinale, se corretta, richiede uno sforzo non indifferente da parte del cavallo. Più le curve si stringono e più lo sforzo è alto.

Si pensi ad una persona che inizia a fare ginnastica, senza averla mai fatta prima. Il fine è di arrivare ad una spaccata. È ovvio che non si può pensare di schiacciare la persona in spaccata fin da subito. Ci sono dei passaggi intermedi molto delicati, da percorrere, per arrivare alla spaccata. Se si schiacciasse giù la persona, forzandola, immaginate il risultato.

Ogni cavallo può essere girato anche su girate strette, fin da subito, in tutte le andature, ma di certo il cavallo non sarà “dritto” e quindi in equilibrio. Spalle e/o groppa usciranno dalla traiettoria e non sarà possibile per lui mantenere il ritmo, in alcun modo. Di conseguenza non potrà sviluppare impulso, non potrà svilupparsi un contatto corretto e la decontrazione sarà del tutto mancante.

Insomma... non è questo, quello che vogliamo!

La flessione longitudinale avviene con l’insieme di tutti gli aiuti. Il cavallo deve ormai comprendere e distinguere chiaramente gli aiuti unilaterali. Ogni mano e ogni gamba ha una sua precisa funzione isolata, ma in stretta collaborazione con gli altri aiuti.

La mano interna richiede la flessione interna della nuca e indica la “direzione” (agisce in modo leggero, chiedendo e lasciando). Il cavallo si flette “attorno alla gamba interna” ed è quindi il perno attorno al quale il cavallo gira. La gamba interna deve agire affinché questo avvenga. La mano esterna contiene la spalla esterna. Fa in modo che questa non scappi in fuori. La gamba esterna contiene la parte posteriore (groppa / post. esterno).

Nella flessione della nuca il discorso è simile, ma c’è meno azione della gamba interna. Gli aiuti sono per lo più “pronti” ad intervenite in caso di necessità. La mano interna chiede la flessione della nuca e quella esterna fa sì che il cavallo non pieghi troppo il collo all’interno.

Attenzione: La flessione della nuca è una cosa MINIMA. Vedo appena le ciglia e il bordo della narice interna, non piego il collo completamente da un lato.

SE PIEGO IL COLLO

Vi sarà capitato di voler girare a destra con la mano destra (sembra logico...), ma il cavallo, invece di andare a destra, va a sinistra o prosegue dritto. Accidenti! Come mai....

Questo accade perché, se piego il collo e tiro dal lato in cui voglio andare, tralasciando gli aiuti esterni o non usandoli a sufficienza, si interrompe il “flusso” di energia. L’impulso che arriva dai posteriori e dovrebbe finire, attraverso la schiena, negli anteriori e nel collo e nella nuca e, infine, nella mia mano, si blocca. La spalla esterna esce completamente. Il cavallo è piegato in due e ogni movimento in avanti viene perso e interrotto proprio in quel punto.

Sono gli aiuti esterni far girare o a decidere la linea!

Questo vale anche per i saltatori. Spesso in percorso si vedono girate forzate (tipo tiro alla fune) che poi portano ad un salto eseguito male e storto o ad un rifiuto.

Solo se si usano gli aiuti esterni può esserci il giusto movimento in avanti, la giusta tensione superiore positiva (v. post nel BLOG) e il giusto equilibrio.

Quindi, se vi dicono “Fletti di più quel cavallo!!” ora hai una mezza idea di che cosa voglia dire e di quanto e come esattamente il cavallo deve essere flesso.

Ci sarebbero ancora altre cose da dire, ma non vorrei scrivere la storia infinita qui...

A presto!

Spero che stiate tutti bene, persone e cavalli, in questo momento davvero difficile 😔❤️

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